RUBRICA: LE
INTERVISTE (IM)POSSIBILI DI STEFANO VIGNAROLI
Oggi intervisto una giovane scrittrice che si auto pubblica in ebook:
Teresa Angelico.
Ciao Teresa
Ciao Stefano
Comincio subito con
le domande.
Va bene.
Mi piacerebbe sapere
come hai cominciato a scrivere, me ne puoi parlare?
Certo, con piacere. È successo a La Spezia prima in un’aula
di tribunale e poi a casa.
Scusa se t’interrompo,
in tribunale hai detto? sei un avvocato?
(ride) No, sono un ingegnere meccanico.
Allora stavi
testimoniando?
No.
Ti stavano
processando?
No, dai, ritenta.
Avevi accompagnato
qualcuno?
No.
Mi arrendo.
Confesso, stavo seguendo il consiglio di Eduardo De Filippo.
Eduardo De Filippo,
lo ammiro molto. Sono curioso, continua.
Ok, Eduardo consigliava ai giovani autori di frequentare le
aule di tribunale. In effetti, aveva ragione, in un’aula di giustizia s’impara
molto sulla natura umana. A quell’epoca vivevo a La Spezia, per motivi che ti
racconterò un’altra volta, e quando avevo un po’ di tempo libero entravo in
tribunale e seguivo i processi. All’inizio non è successo niente, tanto che ho
pensato che quel burlone di Eduardo si fosse divertito a prendere in giro i
giovani allievi de "La bottega del teatro"
ma poi è scattato il meccanismo. Una sera, mentre rientravo dal lavoro, ho
iniziato a pensare alle storie che avevo sentito durante i processi e ho
cominciato a fantasticarci su. Piano piano, sono nati i personaggi. Diventavano
così vivi che era impossibile non renderli in un racconto. Ho acceso il
portatile e ho costruito la mia prima storia. Così ho iniziato e, da allora,
non ho più smesso.
Cosa pensi dei corsi
di scrittura creativa? Ne hai mai frequentato uno?
No, non mi è capitato di frequentarli, ma so che qualcuno ne
ha tratto giovamento. Se non fossi così impegnata con il lavoro e la famiglia,
mi piacerebbe frequentarne uno.
Quattro
romanzi, pubblicati in forma esclusivamente digitale come e-books. Come mai questa
scelta?
Stefano, sì, è vero, ho quattro titoli, ma non sono tutti romanzi, alcuni
sono dei racconti o dei romanzi brevi. Ho scelto di auto pubblicare in e-book
perché credo che sia una maniera semplice e diretta per avvicinarsi ai lettori.
Con una cifra modesta (meno di un euro), possono comprare il libro e vedere se
il mio modo di scrivere incontra i loro gusti o no. Un libro di carta verrebbe
a costare dieci volte di più.
Credi che
l’editoria digitale rappresenti un buon trampolino di lancio per un giovane
scrittore?
Io non sono un editore, ma ho saputo che parecchi autori self sono stati
notati da importanti case editrici e messi sotto contratto, quindi, la risposta
è sì.
Parlaci dei
tuoi romanzi, in particolare, di “Omicidi al liceo”. Per quest’ultimo testo,
come è nata l’dea di prendere spunto dal romanzo di Agatha Christie: “C’era una
volta”?
Io sono una grande fan di Agatha Christie, e ho letto il suo romanzo
quando ero ancora una ragazzina. La storia di “C’era una volta” è stata
ispirata da delle lettere risalenti
alla XI dinastia egiziana, che furono trovate in una tomba scavata nella
roccia, di fronte a Luxor, durante una spedizione in Egitto del
Metropolitan Museum of Art di New York. Ho cercato di risalire alle lettere
originali, ma non ci sono riuscita, ho trovato però un libro del professor
Battiscombe Gunn in cui riporta la traduzione di molti papiri egiziani, sono
storie affascinanti che mi hanno guidata e ispirata mentre scrivevo il romanzo.
Ti ritieni
una giallista nel senso classico del termine (di quelli che tengono sempre a
mente le vecchie regole di Van Dime) o preferisci scrivere a ruota libera,
definendoti quindi una romanziera?
Non saprei come definirmi, a volte scrivo di getto, altre devo
pianificare in ogni dettaglio.
I tuoi personaggi
sono di pura fantasia o ispirati a persone realmente conosciute?
Stefano! Vuoi mettermi nei guai? Certo che sono di pura fantasia!
Hai già in
cantiere nuove pubblicazioni?
Attualmente, sto scrivendo un giallo ambientato nella mia città.
Auto pubblicazione
e promozione libraria. Sei soddisfatta dei risultati raggiunti con il self publishing,
o pensi che una casa editrice avrebbe potuto realizzare una promozione migliore?
A mio parere, una casa editrice è indispensabile se si vuole promuovere
un autore in maniera efficace.
Grazie, Teresa.
Per me è stato un vero piacere intervistarti. In bocca al lupo per tutto!
Grazie a te, Stefano, per avermi ospitata qui
nel tuo blog. Crepi il lupo e un caro saluto a tutti i lettori.