mercoledì 14 agosto 2013

OGGI VI PARLO DI... LILIA CARLOTTA LORENZO


LE INTERVISTE (IM)POSSIBILI DI STEFANO VIGNAROLI 
 
Lilia Carlotta Lorenzo
 
 
Argentina di nascita, Piemontese di adozione. Hai fatto il percorso inverso di Papa Francesco! Quindi... (è un conclusivo, ma fa lo stesso), raccontaci un po' di te, Lilia!

Dopo aver frequentato le facoltà di giornalismo e giurisprudenza, per poi diventare un architetto di mezza tacca, perché non ricca, né figlia sorella o moglie di architetti di successo, ho cambiato 33 indirizzi, vissuto in alberghi di gran lusso, topaie d’infima categoria e ville signorili, frequentato dagli indios del Chaco a smorfiosi radical chic europei, fatto incursioni nell’attività artistica con risultati soddisfacenti, perché l’inventiva e l'infarinatura culturale aiutano sempre. Adesso non esco più di casa e scrivo noir ambientati nella pampa argentina, da dove provengo.
Parlaci un po' della tua produzione letteraria.

Il mio primo giallo, “Il Cappotto della Macellaia” è subito diventato un Best Seller su Amazon, con moltissime vendite sin dal primo giorno, ha persino ottenuto il cartellino arancione 'Libro più venduto'.
Progetti per il futuro?
Al momento sto finendo il mio secondo noir in lingua originale che, dopo la traduzione, penso di pubblicare su Amazon, sperando di raggiungere lo stesso successo del primo.
Altro?

Che altro può desiderare una frustrata come me?
Un caldo saluto.
Lilia
 
 
 
Chi è Lilia Carlotta Lorenzo?
 

Lilia Carlota Lorenzo è nata in Argentina da padre spagnolo e madre italo-francese, discendente da una nonna di sangue moro. Carente di senso pratico, ha dimostrato sin da piccola una spiccata inclinazione alle attività creative.
Cresciuta in un piccolo paese di provincia che detestava, dopo il liceo si è stabilita a Buenos Aires, frequentando le facoltà di giornalismo e giurisprudenza, per poi laurearsi alla Universidad Nacional de La Plata, in Architettura e Urbanistica, discipline più affini alle sue attitudini.
Durante la sua vita ha fatto i più svariati lavori. Dalla venditrice di elettrodomestici, materassi e appartamenti, all’insegnante, assistente psicopedagogica in un istituto di oligofrenici acuti, dama di compagnia di signore benestanti e annoiate, e molto altro ancora. Ha cambiato 33 indirizzi, vissuto in alberghi di gran lusso, topaie d’infima categoria e ville signorili. Ha frequentato dagli indios del Chaco ai cosiddetti radical chic europei, tutte esperienze che hanno molto arricchito il suo spirito.
Arrivata in Italia, ha collaborato in qualche noto studio di architettura torinese partecipando a lavori per il Comune di Torino e la Regione Piemonte.
Ritiratasi successivamente nelle Langhe, si è dedicata per diletto alle attività artistiche. Installazioni, oggettistica e pittura di quadri con tecniche diverse, ambientati nella Buenos Aires del tango e dei suoi personaggi, presentando varie mostre nel Piemonte.
Cambiando di nuovo indirizzo, è andata al mare, per poi stabilirsi nella zona del Canavese. Negli ultimi anni non esce più di casa e si dedica a scrivere noir e gialli ispirati a fatti veri (o inventati) accaduti nelle pampas, da dove proviene.
Il suo primo giallo, Il Cappotto della Macellaia, subito diventato un Best Seller su Amazon con moltissime vendite sin dal primo giorno, ha raggiunto l’agognato cartellino arancione con la scritta 'Il più venduto'.
Al momento ha finito il suo secondo noir in lingua originale, che dopo la traduzione pensa pubblicare su Amazon sperando di raggiungere lo stesso successo del primo. Come dice l’autrice: “Per una frustrata come me, non potevo chiedere di meglio”.
 
 
 
IL CAPPOTTO DELLA MACELLAIA
 
Cosa ha visto il bambino della sarta nella cucina dell'impudica Solimana, che quando la trova scappa terrorizzato? Perché lei attira gli uomini del paese a casa sua e spaventa sua sorella ritardata con la madre morta?
Accidia, superbia, gola, invidia, lussuria… cinque dei sette peccati capitali.
Sei comandamenti infranti… troppo per un paese di otto isolati e 207 abitanti.
 
E-book formato kindle scaricabile da Amazon a 0,99 €. Buona lettura!
 



giovedì 1 agosto 2013

IL DIARIO DI UNO PSICOPATICO


  Sfida al buio per il Commissario Caterina Ruggeri

Disponibile E-book della nuova avventura del Commissario Caterina Ruggeri, scaricabile da Amazon a soli € 1,02. 
Edizione cartacea disponibile su Amazon al prezzo speciale di € 10,92.


Con “Il diario di uno psicopatico” siamo giunti alla terza avventura del Commissario Caterina Ruggeri, l’ormai nota poliziotta marchigiana, amata dal pubblico dei suoi lettori affezionati. Al suo fianco un nuovo collega, il Commissario Sergio Adinolfi di Senigallia, esperto “criminal profiler”, insieme al quale dovrà rincorrere uno psicopatico serial killer. 
A un certo punto Caterina quasi cederà al fascino del collega, ma il decorso della vicenda non potrà lasciare spazio a tresche amorose. Una sfida al buio per il Commissario Caterina Ruggeri, che si troverà coinvolta nella più introspettiva delle sue avventure. Scoprirà infatti che l’assassino è più vicino a lei di quanto nessuno osi immaginare, forse è un membro della sua stessa famiglia. Dovrà scavare nel suo passato e nel suo inconscio per arrivare alla soluzione, ma quando questa sembra essere a portata di mano, ecco nuovi colpi di scena a cambiare le carte in tavola. Sembra che lo psicopatico si diverta a creare a bella posta situazioni imbarazzanti per la nostra poliziotta, che incalzata da questore, magistrato e giornalisti, deve giungere in fretta a una conclusione plausibile. Ci riuscirà? Lasciamolo scoprire al lettore, che ritroverà con piacere personaggi già conosciuti nelle passate avventure della Commissario e nuovi intriganti personaggi che si delineano in questo nuovo episodio. Ma soprattutto la lettura aprirà delle finestre a riflettere su alcuni temi scottanti, in particolare sui drammi che più o meno velatamente si possono consumare anche all’interno di famiglie normali. E non parliamo solo di violenze o di abusi sessuali, ma di tutti quei conflitti e quelle tensioni che si verificano in famiglia, di cui spesso e volentieri sono testimoni bambini e adolescenti e che segnano la loro vita per sempre, anche se agli adulti queste dinamiche sfuggono completamente. Un monito, insomma, ai genitori, a cercare di far vivere ai propri figli, un’infanzia il più possibile serena, che li proietterà verso un’età adulta calibrata e responsabile. 
Come al solito, i riferimenti alla storia e alle tradizioni locali non mancano, a dare in certi tratti un taglio leggero e piacevole alla lettura, creando uno stacco dalla descrizione di macabri delitti. 
In questa nuova indagine troviamo una Caterina sempre impulsiva sì, ma forse un po’ più riflessiva, più matura. In fin dei conti, l’età che avanza e le responsabilità familiari creano in ognuno di noi cambiamenti del comportamento e del carattere, e di sicuro anche lei non è immune da ciò. Ciò che conta è l’intelligenza e l’intuito che, grazie anche all’aiuto dei suoi collaboratori e del suo solito cane, Furia, la portano costantemente a risolvere le sue indagini con successo.



giovedì 20 giugno 2013

Intervista a Teresa Angelico


RUBRICA: LE INTERVISTE (IM)POSSIBILI DI STEFANO VIGNAROLI
 
Oggi intervisto una giovane scrittrice che si auto pubblica in ebook: Teresa Angelico.




Ciao Teresa
Ciao Stefano
Comincio subito con le domande.
Va bene.
Mi piacerebbe sapere come hai cominciato a scrivere, me ne puoi parlare?
Certo, con piacere. È successo a La Spezia prima in un’aula di tribunale e poi a casa.
Scusa se t’interrompo, in tribunale hai detto? sei un avvocato?
(ride) No, sono un ingegnere meccanico.
Allora stavi testimoniando?
No.
Ti stavano processando?
No, dai, ritenta.
Avevi accompagnato qualcuno?
No.
Mi arrendo.
Confesso, stavo seguendo il consiglio di Eduardo De Filippo.
Eduardo De Filippo, lo ammiro molto. Sono curioso, continua.
Ok, Eduardo consigliava ai giovani autori di frequentare le aule di tribunale. In effetti, aveva ragione, in un’aula di giustizia s’impara molto sulla natura umana. A quell’epoca vivevo a La Spezia, per motivi che ti racconterò un’altra volta, e quando avevo un po’ di tempo libero entravo in tribunale e seguivo i processi. All’inizio non è successo niente, tanto che ho pensato che quel burlone di Eduardo si fosse divertito a prendere in giro i giovani allievi de "La bottega del teatro" ma poi è scattato il meccanismo. Una sera, mentre rientravo dal lavoro, ho iniziato a pensare alle storie che avevo sentito durante i processi e ho cominciato a fantasticarci su. Piano piano, sono nati i personaggi. Diventavano così vivi che era impossibile non renderli in un racconto. Ho acceso il portatile e ho costruito la mia prima storia. Così ho iniziato e, da allora, non ho più smesso.
Cosa pensi dei corsi di scrittura creativa? Ne hai mai frequentato uno?
No, non mi è capitato di frequentarli, ma so che qualcuno ne ha tratto giovamento. Se non fossi così impegnata con il lavoro e la famiglia, mi piacerebbe frequentarne uno.
Quattro romanzi, pubblicati in forma esclusivamente digitale come e-books. Come mai questa scelta?
Stefano, sì, è vero, ho quattro titoli, ma non sono tutti romanzi, alcuni sono dei racconti o dei romanzi brevi. Ho scelto di auto pubblicare in e-book perché credo che sia una maniera semplice e diretta per avvicinarsi ai lettori. Con una cifra modesta (meno di un euro), possono comprare il libro e vedere se il mio modo di scrivere incontra i loro gusti o no. Un libro di carta verrebbe a costare dieci volte di più.
Credi che l’editoria digitale rappresenti un buon trampolino di lancio per un giovane scrittore?
Io non sono un editore, ma ho saputo che parecchi autori self sono stati notati da importanti case editrici e messi sotto contratto, quindi, la risposta è sì.
Parlaci dei tuoi romanzi, in particolare, di “Omicidi al liceo”. Per quest’ultimo testo, come è nata l’dea di prendere spunto dal romanzo di Agatha Christie: “C’era una volta”?
Io sono una grande fan di Agatha Christie, e ho letto il suo romanzo quando ero ancora una ragazzina. La storia di “C’era una volta” è stata ispirata da delle lettere risalenti alla XI dinastia egiziana, che furono trovate in una tomba scavata nella roccia, di fronte a Luxor,  durante una spedizione in Egitto del Metropolitan Museum of Art di New York. Ho cercato di risalire alle lettere originali, ma non ci sono riuscita, ho trovato però un libro del professor Battiscombe Gunn in cui riporta la traduzione di molti papiri egiziani, sono storie affascinanti che mi hanno guidata e ispirata mentre scrivevo il romanzo.
Ti ritieni una giallista nel senso classico del termine (di quelli che tengono sempre a mente le vecchie regole di Van Dime) o preferisci scrivere a ruota libera, definendoti quindi una romanziera?
Non saprei come definirmi, a volte scrivo di getto, altre devo pianificare in ogni dettaglio.
I tuoi personaggi sono di pura fantasia o ispirati a persone realmente conosciute?
Stefano! Vuoi mettermi nei guai? Certo che sono di pura fantasia!
Hai già in cantiere nuove pubblicazioni?
Attualmente, sto scrivendo un giallo ambientato nella mia città.
Auto pubblicazione e promozione libraria. Sei soddisfatta dei risultati raggiunti con il self publishing, o pensi che una casa editrice avrebbe potuto realizzare una promozione migliore?
A mio parere, una casa editrice è indispensabile se si vuole promuovere un autore in maniera efficace.
Grazie, Teresa. Per me è stato un vero piacere intervistarti. In bocca al lupo per tutto!
Grazie a te, Stefano, per avermi ospitata qui nel tuo blog. Crepi il lupo e un caro saluto a tutti i lettori.




mercoledì 19 giugno 2013

...1,2,3... OMICIDI AL LICEO

 

OMICIDI AL LICEO
 
di Teresa Angelico
 
Vogliamo parlarvi questa settimana di una giovane scrittrice di origine pugliese, Teresa Angelico, che si è dedicata essenzialmente all'auto pubblicazione dei suoi scritti in formato E-book.
 
Teresa Angelico è nata a Bari. Ama il cinema, la musica e la lettura. Le piacciono gli animali e si prende affettuosamente cura del suo meticcio di nome Flovvi, che, fra qualche mese, compie diciotto anni. Teresa ha vissuto e lavorato a lungo a Perugia. Adesso vive a Barcellona in Spagna, dove pensa di trattenersi fino al termine del suo dottorato in Storia. Teresa è sposata e ha una figlia. Le altre sue opere:
- Cattivi Padroni
- Lama e Trama
- 100SDL28 Wolfopolis
 
...1,2,3... OMICIDI AL LICEO
 
La giovane e ingenua Elisabetta si illude che la scuola sia un luogo sicuro. Scoprirà presto che non è così. Un assassino crudele e implacabile si cela fra i suoi colleghi. Assisterà sconvolta e spaventata a una serie di omicidi. Nella piccola città di provincia, fra ignoranza e superstizione, non si vuole ammettere che l'assassino sia un membro della comunità. Si ventila l'ipotesi che una terribile maledizione abbia colpito la scuola. Elisabetta reagirà con forza e determinazione per dimostrare che il male ha un volto umano e può essere sconfitto.
 
La trama
 
Elisabetta Ortica ha raggiunto il suo obiettivo. Dopo anni di insegnamento precario, ha una cattedra. È di ruolo finalmente! Insegnerà matematica e fisica nel liceo che ha frequentato da ragazza. La scuola più prestigiosa della città. Si sente felice e arrivata. I suoi problemi sono finiti e potrà rilassarsi. Gli sembra di essere entrata in una sorta di macchina del tempo che la riporterà agli anni della prima giovinezza.
L'arrivo di Arianna Martini, troppo giovane e troppo bella, porterà lo scompiglio nel liceo. L'ambiente provinciale e cristallizzato verrà scosso. Arianna attirerà l'odio di tutti e questo decreterà la sua condanna a morte.
L'omicidio di Arianna scuoterà Elisabetta e la catapulterà di fronte alla realtà. Il mondo che lei immaginava e desiderava non esiste. Nulla è o, potrà mai, tornare com'era prima. 
La situazione precipiterà, quello di Arianna sarà solo il primo di una serie di omicidi apparentemente inspiegabili e immotivati.
Il mondo intorno a Elisabetta si sgretola e lei è tentata di lasciarsi andare all'ansia. Iniziano a circolare incontrollate voci su una tremenda maledizione che ha colpito la scuola. Elisabetta con l'aiuto del suo più caro amico, Sergio, riuscirà a trovare dentro di sé la forza per reagire. Spazzerà via le superstizioni e i pregiudizi e guarderà a quello che le accade intorno in maniera razionale. Solo così riuscirà a venire a capo del torbido mistero che infetta la scuola.. Nella sua ricerca, Elisabetta scoprirà che niente è come sembra e che nessuno è come dice di essere.
La storia è liberamente ispirata al romanzo di Agatha Christie “C’era una volta” (1944).
 
Commenti e recensioni
 
Elisabetta torna come insegnante al liceo dove ha studiato da ragazza. È felice di immergersi nell'atmosfera che ha accompagnato i suoi anni felici. Eppure, anche se i professori sono gli stessi, qualcosa è irrimediabilmente cambiato. L'arrivo di una nuova, giovane e bellissima insegnante, sconvolge i fragili equilibri e scatena una spirale di violenza.
La giovane autrice riesce a creare un crescente clima di suspence e a tenere avvinto il lettore. Unico neo, la mancanza di editing: alcune scelte di linguaggio e di caratterizzazione dei personaggi andrebbero migliorate, magari grazie all'aiuto di un buon editor.
La Angelico, con un linguaggio semplice e scorrevole, ci presenta uno scenario che, a parte gli omicidi, tutti noi abbiamo vissuto almeno una volta.
È nella natura umana volere sempre di più, non accontentarsi, ma alcune persone sono disposte a tutto pur di arrivare dove vogliono. È questo il cuore della storia, quello che l’autrice cerca di farci vedere raccontandoci degli avvenimenti all’apparenza semplici ma strutturati in modo attento.
La narrazione corale ci aiuta ad avere un quadro più ampio e ci fa conoscere tutti i protagonisti in modo completo. Un’analisi di questo tipo permette al lettore di osservare i particolari da più punti di vista.
Il materiale da elaborare è maggiore, ma allo stesso tempo funzionale alla trama e al genere.
Ogni personaggio, infatti, ha una propria visione dei fatti, delle simpatie e antipatie ed ognuno ha dei sospetti che a volte non ricadono sulla stessa persona.
La singolarità dei punti di vista, la visione d’ insieme discordante eppure mai personale, sono la chiave di questo giallo che non risulta né banale, né noioso ma che accompagna il lettore fino alla fine.
Molta attenzione è stata data all’interazione tra i vari protagonisti ed i dialoghi sono molto ricchi e ben strutturati. La lettura procede in modo fluido e veloce. I continui colpi di scena tengono il lettore incollato alle pagine ed è inevitabile arrivare ai capitoli finali con ancora molti dubbi ed incertezze. La chiusura è semplice e chiara e nulla toglie alla bellezza del romanzo. La trama non risulta mai forzata e gli eventi si susseguono in modo naturale e scorrevole.
Un giallo adatto a tutte le età vista la semplicità della narrazione e la mancanza di scene crude o pesanti.



lunedì 27 maggio 2013

FEDELE AL MITO. Anche agli Dei e agli Eroi un amico fedele può cambiare la vita

FEDELE AL MITO
Una simpatica raccolta di brevi racconti ispirata alla mitologia Greca e Romana, i cui ricavati verranno devoluti tutti in beneficenza a favore dell'Associazione "L'amico Fedele ONLUS" di San Benedetto del Tronto, da anni impegnata nella lotta al randagismo e nel favorire l'affido dei cani dai canile della zona.

Potete acquistare il libro cartaceo sul sito della casa editrice Lulù a € 12,50, accedendo tramite il seguente link:
 
 
Oppure, se avete un dispositivo di lettura, potete scaricare l'e-book direttamente da Amazon. 

 
 

venerdì 29 marzo 2013

Le indagini del Commissario Caterina Ruggeri

Alcune anteprime gratuite offerte dall'autore per conoscere il personaggio e le avventure di Caterina Ruggeri, simpatica e brillante poliziotta marchigiana.
«Il Commissario Caterina Ruggeri è nata nella mia mente in un giorno di Settembre dell’anno 2009. Volevo un personaggio che rispecchiasse un po’ il mio modello ideale di donna: semplice e indipendente, amante degli animali, un tipo all’apparenza tutto d’un pezzo ma che sotto la scorza sa vivere i suoi sentimenti. Una persona che non si tira indietro di fronte ai pericoli, coraggiosa e buona d’animo, paladina della giustizia, ma che non fa pesare a nessuno il fatto di essere tale. Via via, nella lettura, scopriamo la sensibilità della Dottoressa Ruggeri, scopriamo i suoi pregi e i suoi difetti, scopriamo che dietro una facciata burbera, dietro un carattere all’apparenza scorbutico, è una persona capace di amare, di provare sentimenti veri e di vivere la vita di tutti i giorni, con le sue difficoltà, le sue gioie e i suoi dolori. Un personaggio, insomma, che non si può non amare: vediamolo nel particolare.»
 
 
 
 
Da questo link potete accedere direttamente al testo in maniera del tutto gratuita.. Buona lettura!
 
 
Se invece avete un dispositivo per lettura E-book, da Amazon potete scaricare il testo in formato Kindle a soli € 0,89.
 
 

Passeggiata ad Ancona tra le vie del romanzo DORIC HOTEL

 
Passeggiata ad Ancona tra le vie del romanzo DORIC HOTEL
 
Un interessante evento che si terrà in Ancona Domenica 21 Aprile 2013: insieme all'autrice del romanzo una passeggiata per le vie del centro storico di Ancona, da Piazza Malatesta al vecchio Faro, con sosta davanti al rifugio delle carceri di Santa Palazia, dove nel 1943 si consumò un immane tragedia. Appuntamento alle ore 15 in Piazza Cavour per tutti i partecipanti. Interverranno, oltre Luisa Mazzocchi, autrice del romanzo "Doric Hotel", Attilio Bevilacqua e Graziella Magrini. Al termine visita guidata della Sinagoga di Ancona.
Per partecipare, per motivi organizzativi, è necessario prenotarsi: inviate un SMS al 328 6186610 o inviate un'email a luisa_mazzocchi@yahoo.it


venerdì 22 marzo 2013

"DORIC HOTEL" di Luisa Mazzocchi

Luisa Mazzocchi e il suo romanzo "Doric Hotel"
 
LUISA MAZZOCCHI è  laureata in giurisprudenza all’Università di Macerata e funzionario della Pubblica Amministrazione, è nata a Foligno e vive con il marito e i due figli ad Ancona, sua città d’adozione.
Doric Hotel 

è il suo primo romanzo pubblicato da ITALIC peQuod  Edizioni Ancona.

 

LA TRAMA
Lara Isabel ha trent’anni, un lavoro che non le piace, tanti amici e un amore impossibile che non riesce a risolvere. Dora ha ottantaquattro anni e una pena profonda nel cuore, un dolore antico che si porta dietro da più di mezzo secolo. Entrambe vivono nel centro storico di Ancona dove, in seguito ad un incontro casuale, nasce la loro straordinaria amicizia che, attraverso strane coincidenze e tristi ricordi, le porterà a rivivere la vicenda dei bombardamenti aerei che devastarono la città durante la seconda guerra mondiale. Lara Isabel vuole a tutti i costi aiutare Dora a superare il terribile senso di colpa che non l’ha mai abbandonata da quando, proprio sotto le bombe, perse sua cugina Giorgia e l’amica del cuore Myriam, costretta a fuggire dalle persecuzioni razziali, senza aver potuto risolvere alcune incomprensioni reciproche. Le indagini portano la ragazza in una vecchia e pittoresca pensione, nella cui soffitta alcuni misteri potrebbero essere svelati…
Doric Hotel è una fiaba metropolitana, intimistica ed emozionante, sui valori dell’amicizia e della memoria storica, ma è al contempo il romanzo di formazione di una giovane donna che, in lotta con i propri sentimenti per dimenticare un amore difficile, scoprirà, senza quasi rendersene conto, una più matura ed equilibrata consapevolezza di sé.
 
 
La nostra intervista all'autrice
 
Il tuo rapporto con la scrittura: quando e come è nato? E’ una passione che coltivi da tempo o che è nata all’improvviso?
Fin da ragazzina pensavo che prima o poi avrei dovuto scrivere un libro. Era un proposito vago e sempre rimandato per le ragioni più disparate. Ero costantemente impegnata tra gli studi universitari (sono laureata in giurisprudenza), i concorsi, il lavoro e poi la famiglia, l’occupazione più faticosa, sebbene fonte di grandissima soddisfazione. E poi mi sentivo inadeguata. Ero influenzata e intimidita dai classici stereotipi cinematografici, quelli che, per intenderci, rappresentano la figura dello scrittore come l’artista stravagante e intellettualoide che vive isolato e lontano dalla gente comune. Chissà perché, me lo domando ancora adesso, immaginavo lo scrittore come il soggetto “geniale, incompreso e povero in canna” che crea i suoi capolavori nella penombra del suo studio disordinato mentre lancia per aria fogli accartocciati e si dispera perché non riesce a sbarcare il lunario con i magri guadagni della sua scrittura. Oppure era semplicemente un autore affermato di best sellers, in costante crisi profonda “da pagina bianca”, che il proprio editore affianca, per non perdere la sua gallina dalle uova d’oro, a un solerte ghost writer che lavora al posto suo (in barba agli ignari e numerosi lettori). Pensandoci adesso, mi viene da sorridere. Uno di questi stereotipi si è rivelato comunque fondato: con la scrittura di sicuro non ci si arricchisce economicamente! Ma non importa: non è certo per questo che si intraprende un percorso letterario. Le soddisfazioni sono ben altre.
Ho iniziato a scrivere tardi, ma è avvenuto al momento giusto, quando ho superato i miei pregiudizi personali e quando ho avuto finalmente la consapevolezza di possedere un dono particolare: quello della narrazione. Ad un certo punto ho aperto i cancelli della mia fantasia e ho inventato una storia fatta di emozioni intense che prima ha travolto me e poi di seguito tutti i miei lettori …   
Non è stata una decisione programmata a tavolino quella di scrivere. È stato un solo oggetto particolare ad ispirarmi, una lapide che ricorda una strage, quella del rifugio delle carceri di Santa Palazia avvenuta il primo novembre del 1943 ad Ancona.
Hai seguito mai dei corsi di scrittura creativa? Se sì, sono stati utili per la tua formazione di scrittrice?
No, non ho mai seguito corsi di scrittura creativa. I corsi sono sicuramente utili per affinare lo stile letterario, non lo metto in dubbio, ma io ho sempre preferito seguire una mia tecnica personale che si ispira, sostanzialmente, a un tipo di narrazione quasi cinematografica. Immagino le mie storie come in un film e le trascrivo su carta, così come le vedo e come le sento in testa. Rimango convinta, in ogni caso, che la migliore scuola di scrittura creativa sia la lettura in sé. Il mio obiettivo futuro è quello sicuramente di migliorare il mio stile narrativo con la lettura dei grandi autori del Novecento.
Parlaci con parole tue del tuo romanzo “Doric Hotel”.
Il “Doric Hotel” sarà sempre il mio primo grande amore narrativo, qualcosa di più di un semplice romanzo. Il mio piccolo primogenito letterario che mi ha fatto diventare ufficialmente una scrittrice agli occhi del mondo! È stata un’esperienza bellissima crearlo e di sicuro non dimenticherò mai le notti intense che ho passato a lavorare duramente su di esso. La scrittura ti costringe a tirar fuori sensazioni che non hai mai provato e ti lancia nel vuoto, in un mondo assolutamente sconosciuto e affascinante. Non passa giorno che io non prenda in mano il mio libro, quasi ad assicurarmi ancora della sua esistenza. Lo considero un dono della vita e del destino.
"DORIC HOTEL è una fiaba metropolitana, intimistica ed emozionante, sui valori dell'amicizia e della memoria storica." A quali fonti ti sei ispirata?
Non mi sono ispirata a fonti particolari se non alla lapide di cui ti dicevo. Ha scritto bene il giornalista Luigi Burchiani quando, nella sua recensione pubblicata sull’Urlo, ha parlato di un portale. È vero, quella lapide di marmo è stata l’effettivo portale attraverso il quale è passata la storia del Doric Hotel. Rappresenta il valore della memoria, il valore fondamentale che rischia di essere cancellato dall’incuria e dal disinteresse della società di oggi, sempre più ossessionata dal successo sfrenato ottenuto spesso senza ombra di sacrificio. Ma nella trama c’è molto di più. C’è l’amicizia femminile messa di fronte a scelte drammatiche, l’amore e la stima tra generazioni diverse, un affetto sincero verso alcuni luoghi di Ancona, il ricordo di quello che è stato e che poi diventerà tra le strade e i parchi di una città lontanissima come Boston, il punto di arrivo della protagonista trentenne Lara Isabel, eternamente in cerca di una soluzione ai propri tormenti personali. Non è un romanzo triste, è una storia di speranza e di serenità. Ecco perché spero nella lettura del mio libro da parte di tanti e tanti giovani. A proposito, presto presenterò il libro in due scuole della mia zona!
I tuoi personaggi sono di pura fantasia o ispirati a persone realmente conosciute?
I miei personaggi sono assolutamente inventati. In qualche tratto somatico o caratteriale possono ricordare qualche mia vecchia conoscenza, ma niente di più. 
Come definiresti il rapporto con la tua città, Ancona? E in che maniera hanno accolto il tuo lavoro letterario i tuoi concittadini?
Hai detto bene: la “tua” città. La nota biografica che mi riguarda e che indica la città di Foligno come la mia città natale ha infatti creato una certa confusione, anche tra i miei recensori. Sono arrivata ad Ancona da piccolina (ho subito anche il terremoto del ’72!) e mi considero anconetana a tutti gli effetti. Certo, il Dna umbro influenza fortemente il mio modo di pensare, ma ad Ancona devo sicuramente moltissimo. Il titolo “Doric Hotel” evoca in maniera molto chiara e suggestiva l’oggetto “dorico” della mia storia, come una dedica alla città. Ci rimango molto male quando sento sparlare di Ancona. Ma come si fa? Le città sono fatte di abitanti, oltre che di mura, perché proprio i dorici si lamentano continuamente dicendo che si muore di noia e che non c’è mai niente da fare? E perché gli avvenimenti culturali (basta vedere alcune presentazioni librarie) organizzati dal Comune e dalle varie associazioni sono spesso disertati dagli anconetani? È una cosa che non capirò mai.
Ancona è una città bellissima, densa di storia, come si fa a non volerle bene …
Il mio editor dice che il “Doric Hotel” si è rivelato un piccolo caso editoriale anconetano. Devo dire che, benché gli anconetani leggano in genere piuttosto poco, come nella media nazionale del resto, posso dirmi soddisfatta dell’impatto che il libro ha avuto su di loro. C’è da fare ancora molto per promuoverlo, questo è innegabile. I lettori sono spesso pigri, poco propensi all’acquisto di “una cosa che si usa una volta sola” (neanche fosse un chilo di patate) e un tantino annoiati di fronte alla solenne parola “cultura”. È un problema tutto italiano. Personalmente non mi posso lamentare, considerato che si tratta del mio esordio e che il mio romanzo è stato lanciato da Marco Monina, leggendario editore della Italic peQuod, uno dei più talentuosi talent scout letterari italiani. Niente male per un’assoluta sconosciuta come me. 
Sappiamo che hai in cantiere una nuova pubblicazione. Ti va di parlarcene?
Il mio secondo romanzo si intitola “Puoi chiamarmi Luca”. Sarà pubblicato dalla stessa Italic peQuod nel prossimo maggio, in concomitanza con il Salone Internazionale del libro di Torino. È una storia particolare e molto diversa dalla prima. Il Doric Hotel è di genere storico-sentimentale con accenni al racconto fantastico, mentre la seconda opera è un noir con spiccati aspetti del giallo di denuncia. Stavolta il protagonista è un giovane uomo, un poliziotto penitenziario disperatamente impegnato ad aiutare un detenuto ingiustamente condannato per un reato mai commesso. La vicenda si snoda tra Ancona e Loreto e nell’immaginario carcere della Spadaccia dove si svolgeranno gli episodi più importanti. L’elemento comune ai due romanzi è quello dell’amicizia insolita, tra la giovane e l’anziana nel primo, e tra il detenuto e l’assistente di polizia penitenziaria nel secondo. Aspetto ansiosa il giudizio dei miei lettori.
Un saluto ai tuoi lettori?
Ai miei lettori rivolgo sicuramente un saluto affettuosissimo. Ricevo da loro tanti messaggi di stima e di apprezzamento che mi rendono orgogliosa del lavoro fatto finora e mi incoraggiano ad andare avanti per mettermi alla prova e migliorare ancora di più.
Ricordo che il Doric Hotel è in vendita anche in ebook e che ci si può tenere aggiornati sui relativi eventi seguendo la pagina Facebook del romanzo e il sito www.luisamazzocchi.com.
Annuncio con l’occasione un evento imperdibile: il Doric Hotel tour, ovvero una passeggiata tra i luoghi del romanzo con visita finale alla sinagoga d’Ancona. In attesa del volantino, vi invito domenica 21 aprile alle ore 15 in piazza Cavour per l’inizio del tour. A presto!          
 

 
 

 
 


venerdì 8 marzo 2013

OFFERTA LIBRI DI STEFANO VIGNAROLI

Offerta limitata in occasione dell'8 Marzo - Festa delle Donne
 
Le indagini del Commissario Caterina Ruggeri, donna detective marchigiana, in elegante edizione con copertina rigida, sovracoperta e illustrazioni a colori (solo per Delitti Esoterici).
Quale migliore occasione per regalare o regalarvi questi appassionanti gialli? Potete acquistare direttamente qui, ma affrettatevi: la promozione durerà solo alcuni giorni. Considerate che il prezzo di copertina è 59 € per Delitti Esoterici e 34 € per I Misteri di Villa Brandi. Acquistando qui li pagherete molto meno. E in più, per i libri acquistati nella giornata dell'8 marzo, l'autore devolverà 5 € per ogni copia venduta di Delitti Esoterici e 3 € per ogni copia de I Misteri di Villa Brandi all'Associazione AIDOS (www.aidos.it) che saranno destinate alla realizzazione di una biblioteca in India, per permettere allle ragazze indiane di leggere e studiare in un luogo sicuro.
 
 

Scegli il libro
Copertina rigida sovracoperta



Iniziativa AIDOS - La Feltrinelli in occasione dell'8 Marzo

martedì 12 febbraio 2013

Intervista all'autrice marchigiana Luisa Mazzocchi

INTERVISTA A LUISA MAZZOCCHI
 

 
 
Un nuovo "Tu per tu" con autori marchigiani. L'autrice anconetana Luisa Mazzocchi parla in questa video intervista del suo DORIC HOTEL, romanzo storico-sentimentale, edito dalla casa editrice Italic PeQuod di Ancona.
 
"DORIC HOTEL è una fiaba metropolitana, intimistica ed emozionante, sui valori ell'amicizia e della memoria storica."
 
Ancona, 1° novembre 1943: le bombe degli alleati distruggono la città e con essa le vite di tante vittime innocenti. Dopo tanti anni, nel cuore dell'anziana Dora è ancora vivo il dolore della terribile strage nel rifugio di Santa Palazia. Tra le antiche strade doriche, l'incontro tra Dora e una giovane donna di nome Lara Isabel darà inizio a un'amicizia unica e meravigliosa.
 
Un romanzo tutto da leggere e da gustare.
 
Stefano Vignaroli